martedì, settembre 23, 2008

Iguazù

Odore d'acqua
qualcosa di magico
movimento continuo
veloce
lento
Rumori pesanti
riempiono la mente
direzioni orizzontali
in diverse confluenze
Spazio verticale
fruscio verso la roccia
immensità dello spazio..
.. Odore d'acqua..
che corre su tutto
che trascina il tutto
che ti porta con la mente
nell'immenso del salto..
mi sento trascinare..
chiudo gli occhi..
mi vedo rinascere
come le piccole bolle evaporate..
che odorano d'acqua!!

lunedì, settembre 22, 2008

Racconti da Iguazù..

Giovedì scorso..
.. dopo una corsa contro il tempo dovuta ad una serie di riunioni previste/prevedibili ho raggiunto il Tossi e Reinold alla termina de autobus..
direzione manco a dirlo ma lo dico..
.. si va bè..
insomma..
Iguazù..
Partenza direi fosforescente al limite delle possibilità fisiche umane dopo che, aspettando il bus che aveva una mezzoretta di ritardo ci siamo avventurati in una milanesa de pollo a testa..
.. che sarebbe la famosa cotoletta e che qua è tipo quattro volte quella comune che abbiamo da noi...
Dicevamo..
.. partenza intorno alle due e mezzo di pomeriggio..
.. ma il viaggio si fa subito abbastanza tragico/interessante..
.. dopo due ore di deserto stile provincia di Santiago del Estero compaiono dei fumi all'orizzonte..
.. l'autobus si ferma..
.. noi commentiamo..
.. e dopo un po' si decide di fare le foto..
.. così che se al ritorno avessimo perso il bus avremmo potuto dire che c'era un camion in fiamme in mezzo alla strada e che per colpa di questo evento sovrannaturale avremmo ritardato di qualche ora l'entrata in ufficio..
.. cosa che poi non abbiamo neanche fatto...
Comunque dicevamo..
.. la cosa interessante è che passato il bus..
.. capiamo che tutto il fumo era stato provocato da uno sciopero di non si sa bene chi che aveva provocato l'incendio dei famosi pneumatici (tipica scena argentina durante gli scioperi)..
Io solidarizzo..
.. gli altri no..
.. si prosegue!!!
.. Il viaggio è contornato dalla splendida figura del Gabibbo..
.. infatti..
dopo alcune ore di viaggio e dopo un paio di film improponibili questo simpatico personaggio (il mastro bidello dell'autobus) butta sù una tombola collettiva...
.. Il premio, ambitissimo, una tazza della compagnia di autobus ANDESMAR..
.. non ho vinto..
.. ma ci sono andato vicino (maddechè aho!!!)..
Arrivati a Port Iguazù il giorno dopo..
.. dopo circa 20 ore di viaggio..
.. rincontriamo la Francesca (volontaria che è stata in servizio a Santiago fino ad ora e che si sta facendo le ultime giornate di Argentina prima di tornare in Italia)..
.. appoggiamo gli zaini in Ostello e via verso il Brasile...
.. direzione..
.. cascate di Iguazù sul lato Brasiliano..
.. Entriamo in questo fantastico parco..
.. dopo qualche fregatura presa dalla faccia da stranieri che ci ritroviamo...
.. e dopo circa un quarto d'ora riusciamo ad arrivare davanti al sentiero che ripercorre tutte le cascate..
.. è impossibile spiegarvi cosa significhi passeggiare davanti ad uno spettacolo del genere..
.. sembra di essere immersi in uno di quei paesaggi che ti immagini quando leggi Peter Pan..
.. o quando si pensa a quei film che non sembrano reali...
.. non le conto ma ci saranno più di trenta cascate distribuite su 2 km..
.. l'aria sembra pesante..
.. ma le farfalle accompagnano nel cammino...
.. fino alla rampa che entra nel percorso dell'acqua...
.. rimaniamo affascinati da tutto questo..
.. e ci sentiamo vivi..
..vivi e pieni di vita!!!!
Ritorniamo nel lato argentino ma prima ci rechiamo al museo de las aves (dei volatili) dove ci sono un sacco di pappagalli, tucani ecc...
Sono belli questi animali..
..e vederli così..
... tutti quanti insieme non è cosa da poco..
.. però mi da un senso di fastidio vederli riunchiusi in gabbie..
.. dove non possono neanche volare per qualche secondo..
.. o perchè gli hanno tagliato le ali..
.. o perchè lo spazio è così poco da non poter neanche aprire le ali..
Verrebbe quasi voglia di fare un raid notturno e liberarli..
.. lasciamo perdere l'idea da anarco ambientalisti e ci rechiamo verso il lato Argentino..
.. intanto comincia ad arrivare una leggerissima pioggia..


.. torniamo all'ostello a Port Iguazù e dopo una leggerissima dormitina pomeridiana decidiamo di andare a cenare ad un tenedor libre (forchetta libera) dove con 45 pesos abbiamo mangiato l'impossibile..
.. ma cose non molto buone..
.. soprattutto volevamo mangiare l'eldorado..
.. il pesce tipico di queste parti..
.. e non ci siamo riusciti perchè nessuno lo faceva..
.. va bè..
sarà per un'altra volta!!!
Ce ne andiamo verso casa dopo una birrettina..
.. Il giorno dopo andiamo verso Iguazù lato Argentino..
da questa parte si vedono le cascate da dove nascono mentre dal lato Brasiliano si vedevano di fronte..
.. Intanto piove..
.. e pure tanto!!!
Cercavamo l'acqua e l'abbiamo trovata...
.. scherzi a parte..
.. arriviamo fino alla Garganta del Diablo..

La garganta del Diablo


Quello che ci si presenta davanti è qualcosa di impressionante..
c'è una forza verticale che allo stesso momento ipnotizza e affascina..
.. guardo lo scorrere del fiume..
.. apparentemente lento..
fino ad arrivare al salto..
.. sento qualcosa che mi attrae verso quello scorrere incessante..
e la stessa cosa la provano anche qualcuno dei miei compagni di viaggio..
.. Continuiamo il percorso e arriviamo ad un'altra serie di cascate..
.. c'è un punto..
.. che non mi ricordo bene come si chiama..
.. c'è un punto dove si staglia una roccia a forma di seggiola del papa (riferimento anconetano)..
.. e che si trova in mezzo alle cascate..
sotto questa roccia il fiume è in piena..
.. e trascina via tutto..

.. e tutto è dentro il paesaggio di fate che è Iguazù..
.. una mescolanza impressionante di trambusto e tranquillità..
.. dove la roccia si fonde con il verde del paesaggio circostante..
.. e dove il rumore dell'acqua con le sue spumeggianti allegrie di piccole goccie d'acqua si frappongono al colore del cielo...
Qualcosa che allo stesso tempo è magico e memorabile..



.. Finita la visita ci dirigiamo prima verso l'ostello..
.. per recuperare i bagagli..
.. e poi andiamo alla terminal degli autobus con direzione S. Ignazio Minì..
Bagnatissimi..
.. arriviamo dopo 5 ore e dopo tre episodi di scuola di polizia...
esattamente 1, 2 e 3...
.. tutti bagnati fradici troviamo un ostello dove il proprietario è un tipo che aveva vissuto 17 anni a Madrid..
.. che era di Buenos Aires e che era finito là..
.. la forza dell'amore?????
Boh!!!
Comunque..
.. la tappa di S. Ignazio Mini era stata decisa per vedere delle rovine di una missione..
.. cosa che facciamo puntualmente il giorno dopo (per inciso.. il giorno dopo c'era un sole che spaccava le pietre!!!)..
.. anche là non facciamo in tempo a capire bene il nesso uomo natura..
.. ma scopriamo che questo complesso..
.. tra l'altro molto bello ma costruito anche un po' male visto che era del 1700 e ci è rimasto poco e niente..
.. era dei monaci gesuiti..
.. che erano stati cacciati da un editto del re..
.. anche per il loro modo di intendere il rapporto con i nativi..
.. da questo punto di vista vorrei anche rivedermi il film mission con R. de Niro per comprendere bene tutta questa storia..
... Comunque dicevo..
di questo complesso ci è rimasto qualcosina..

.. e anche là è molto bello il gioco di chiudere gli occhi e immaginarsi situazioni del passato..
.. dove i monaci giravano con gli indigeni..
.. e questi mischiavano i canti tradizionali guaranì con il messaggio cristiano..
.. si sente quindi qualcosa di diverso nell'aria..
.. rispetto per lo meno all'avventura di Cuzco di qualche mese fa..
e poi questa terra rossa..
.. e la pietra rossa che fa parte del complesso..
.. si mischiano in maniera incredibile con tutto il verde circostante...
lo spettacolo è veramente unico..
Ad un certo punto tra l'altro scorgiamo un albero che è cresciuto intorno ad una colonna...
una cosa impressionante..
la forza della natura..
Dopo la visita a S. Ignazio Mini salutiamo la Fra..
.. che ripartirà a breve per l'Italia..
.. è stato bello rivederla nella circostanza di questo viaggio..
.. una grande compagna di viaggio!!!

giovedì, settembre 18, 2008

in partenza..

Domani parto..
.. meta Iguazù ..
queste splendide cascate sono ancora un ricordo vivo nella mia mente...
.. ero andato là quando avevo 5 anni..
.. ed è ancora viva la sensazione della grandezza della natura..
mi ricordo ancora come le cascate colpivano il fiume sotto..
... creando tanti piccoli arcobaleni..
ricordo la miriade di piccoli volatili..
.. come i tucani..
e di come quel bambino di 5 anni si divertiva nello sfiorare l'acqua con le dita delle mani..
e di come quel bambino aveva un misto di paura e di curiosità..
anche se la presenza costante del babbo e della mamma..
.. facevano passare tutte quelle strane sensazioni legate all'ignoto..
Nel mio zaino quindi porterò anche quel ricordo..
così che il misto tra passato e presente mi faccia pensare un po' meglio al futuro..

giovedì, settembre 11, 2008

11 settembre

Come ogni undici settembre che si rispetti è giusto che anche da questo blog si dica qualcosa sui fatti di 7 e di 35 anni fa..
Per quanto riguarda il primo, ossia le torri gemelle, sono inutili tante parole..
.. il dolore, fisico, psichico, di chi ha perso un padre, di chi ha perso un figlio, di chi ha semplicemente perso una di quelle tremila persone, non si può che comprenderlo e appoggiarlo..
.. ma come ogni fatto che si rispetta e per la dignità stessa delle vittime in questione sarebbe opportuno rivederli quei fatti, soprattutto per le conseguenze che hanno provocato..
.. Mi riferisco al fatto che non sono state fatte tante luci sull'11 settembre del 2001 e, anzi, ci sono ancora molte ombre..
Giulietto Chiesa con il film ZERO e Massimo Mazzucco con il film 11 settembre - Inganno globale, spiegano come le spiegazioni date dalla commissione d'inchiesta ufficiale siano del tutto poco veritiere perchè prive di spiegazioni scientifiche..
.. già in un passato post avevo scritto qualcosa su questo episodio..
.. e non mi ricordo se fu proprio l'11 settembre dell'anno scorso..
.. comunque i due film sono interessanti perchè spiegano come, in particolare, la manovra fatta dall'aereo sul Pentagono sia fuori da qualsiasi spiegazione scientifica dal punto di vista della fisica..
.. oltretutto, come già molti di noi sanno, le foto del famoso aereo che si schianta sul pentagono non esistono..
.. esistono solo dei fotogrammi che non ritraggono un aereo..
.. inoltre, come si vede in altre foto, l'aereo dovrebbe fare almeno due buchi, corrispondenti ai due motori..
.. nelle foto si vede un solo buco di un diametro di 2 m.
Uno spazio troppo piccolo per contenere un boeing..
Ma la cosa più improbabile di tutto l'11 settembre rimane quella del famoso edificio n°7..
Sotto le torri che erano appena cadute si ergeva un piccolo grattacielo (piccolo rispetto a Manhattan ovviamente) che era l'edificio n°7 del World Trade Centre..
... Questo edificio, si trova in un'area adiacente le torri gemelle..
.. Questo edificio cadde dopo alcune ore così, senza nessuna apparente spiegazione..
.. in realtà la spiegazione è che all'interno di quell'edificio si ubicavano gli uffici della CONSOB americana, ossia un'istituzione che avrebbe potuto indagare sui retroscena finanziari di tutto l'11 settembre e la cui documentazione sarebbe stata importante per fare gli accertamenti necessari..
Quindi, perchè non far saltare in aria anche quell'edificio là?
Perchè di saltare in aria si tratta...
.. si vedono dai vari video che nel momento in cui cadono le torri avvengono delle piccole esplosioni che fanno crollare i due palazzi in maniera del tutto verticale, come quando si vede appunto il crollo di palazzi fatti con la dinamite..
.. Non è fisicamente possibile che due palazzi, costruiti con quei tipi di materiali, si possano disintegrare e possano cadere in 9 secondi frantumandosi..
.. perchè per lo meno avrebbe dovuto rimanere la struttura di questi..
.. ammesso sempre che potessero cadere da soli..
Comunque la cosa che più fa ragionare di tutta la questione è proprio quella delle conseguenze di questi fatti..
Da ben 7 anni gli USA stanno in medioriente in pianta stabile CON IL NOSTRO AIUTO... SIA QUESTO MILITARE O POLITICO!! E quando si parla di medioriente si parla di Afghanistan e si parla di Iraq..
.. con tutto ciò che queste guerre hanno comportato per le vittime e per i loro aguzzini...
.. Io penso che quello che hanno fatto gli USA (gli USA come governo e come classe dominante ) durante questi ultimi anni è stato annichilire il senso della persona umana trattandolo come numero..
.. utilizzando la guerra come mezzo più bieco per rispondere a delle crisi internazionali..
.. e utilizzando la menzogna sistematica come mezzo per raggiungere i propri fini..
Ed è qua che mi ricollego anche al golpe militare chileno di 35 anni fa..
.. dove io ancora non ero nato ma sul quale tanti libri ho letto e tanti racconti ho sentito..
.. i racconti di persone che hanno sofferto personalmente la tortura..
.. che non sanno dove hanno seppellito o lanciato i propri cari..
Quella dell'undici di settembre di 35 anni fa è la storia tragica di come la democrazia sia effettivamente una parola vuota..
.. di come chi si erge a paladino del mondo dovrebbe vergognarsi dei suoi ultimi 200 anni di storia..


Salvador Allende 1967



L'America agli Americani ..
così diceva la dottrina Monroe..
.. la qual frase non aveva altro significato che l'America Stati Uniti potesse giocare il ruolo di dominatore su tutto il continente, compreso quello Latinoamericano...
Ebbene in questo undici settembre duemilaotto..
.. è forse giunto il momento che la storia dia risposte ad alcune domande...
.. e che la politica agisca di conseguenza...

c'è chi dice che...

C'è chi dice che la lotta di classe sia una finzione inventata da qualche comunista...
.. recentemente mi è capitato di vedermi due film molto belli..
.. i film si sà a volte sono finzioni mentre altre volte sono delle ricostruzioni storiche ben fatte..
.. i due film che ho visto e che apparentemente non hanno nulla a che fare tra di loro sono Sacco e Vanzetti e la Patagonia Rebelde.
Il filo conduttore che unisce i due film sono appunto la lotta di classe e la reazione..
.. quando parliamo di lotta di classe parliamo non della lotta di qualche comunista o anarchico che per ideologia o altro prende di mira il potere attraverso delle rivendicazioni ma, come detto e sostenuto da Marx è una lotta per opposti interessi..
.. Se da un lato la borghesia imprenditoriale suppone giustamente che il suo guadagno sia giusto perchè loro hanno investito del denaro o, se vogliamo, del capitale è vero anche l'opposto, ossia il fatto che all'operaio, per la funzione di plusvalore, viene privato di una ricchezza che è egli stesso che produce.. il plusvalore appunto!!
Ora, nel caso di Sacco e Vanzetti, si parla di due anarchici che per essere stati attivisti politici vennero ingiustamente incriminati dalla corte di giustizia del Massachussets per aver commesso un omicidio e per cui, cinquant'anni dopo, furono posteriormente dichiarati innocenti..
L'orrore umano di quella vicenda spazia appunto al secondo tema del film che è la brutalità della reazione..
.. prendere, incarcerare e uccidere con la sedia elettrica due simboli come Sacco e Vanzetti ricorda come davanti alla paura per i miglioramenti sociali avanzati dalle classi meno abbienti la classe borghese non dimentica di essere classe all'interno di una dinamica di lotta di classe fino ad arrivare ad uccidere un padre di famiglia (Sacco)..
.. e in ogni caso due innocenti!!
Il tema della reazione è insito anche nel film La Patagonia Rebelde..
.. altro contesto..
.. altri personaggi..
.. stessa matrice..
.. la lotta di classe e la reazione!!
Nel 1921la Patagonia fu lo sfondo di uno dei momenti più drammatici della storia anarchica. Negli scioperi e nelle insurrezioni che avvennero allora nel territorio di Santa Cruz, morirono, infatti, più di mille lavoratori.
Nel 1919 questo territorio era stato investito dalla cosiddetta "Semana Tragica" in base alla quale, Hipolito Yrigoyen, primo presidente "liberale" dell'Argentina, fece uccidere centinaia di sindacalisti..
.. Nel 1921, Soto, noto esponente anarchico e dirigente del sindacato obrero, costituisce alcuni nuclei del sindacato obrero argentino..
.. Dopo le varie battaglie per la liberazione di alcuni compagni incarcerati vennero fatte diverse azioni e scioperi per ottenere dei miglioramenti salariali..
.. in principio, con il tramite del governo, si riesce ad arrivare ad un accordo tra le parti che mai verrà rispettato dalla parte borghese..
.. Ricominciano degli scioperi e la polizia, inviata dal governo, stermina più di mille sindacalisti anarchici come reazione alle loro rivendicazioni..
.. anche in questo caso la scarsa umanità e il voler prevalere nelle dinamiche di classe in maniera violenta fanno della classe borghese (appoggiata evidentemente dai poteri sovrastrutturali che in Sud America sono principalmente esercito e polizia) fanno si che venga sterminato fisicamente un movimento in espansione..
.. e delle scene di questi due film si possono avere diversi casi più o meno conosciuti sul potere della reazione..
.. per citarne alcuni basta pensare alle bombe a Milano nel 1969 (Piazza Fontana) o, per andare più vicini ad una esperienza che io ho vissuto in prima persona, basta pensare a ciò che è stato Genova nel 2001..
..anche se in quel caso si poteva parlare già meno di lotta di classe ma sicuramente si può definire come una reazione e anche tra le più becere..
C'è chi dice però..
.. che la lotta di classe non esiste!!

domenica, settembre 07, 2008

Le FARC, la Colombia, le veline dei servizi e il giornalismo provinciale italiano.

Dal Blog di Ramon Mantovani:

Ci risiamo! Per l’ennesima volta la piccola politica provinciale del piccolo giornalismo italiano si scatena in una piccola operazione di disiniformazione.

Non è questa la sede per proporre una lunga e articolata analisi della situazione colombiana e di quella della regione, visto che USA e Uribe tengono, con ogni evidenza, aperta la guerra in Colombia per destabilizzare l’aera geopolitica nella quale sono cresciute le esperienze dei governi ostili alla globalizzazione e agli USA.

Mi limito a chiarire alcune cose e a formulare considerazioni su come questa vicenda è stata trattata in Italia.

Che il PRC abbia da moltissimo tempo rapporti politici con le FARC lo sanno anche i sassi. Non ci torno.

Che noi fossimo, come siamo anche oggi, fermamente convinti che in Colombia sia necessario un processo di pace lo sanno anche i sassi.

Che noi siamo stati, e siamo, contrari alla immissione delle FARC (e del PKK, del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina e dei Mujahedin del popolo iraniani) nella lista delle organizzazioni terroristiche lo sanno anche i sassi, visto che abbiamo presentato numerosi atti parlamentari e che l’abbiamo detto in innumerevoli articoli, interviste e trasmissioni televisive.

Che noi, dopo la chiusura del processo di pace e dopo l’immissione delle FARC sulla lista dei terroristi dell’Unione Europea, abbiamo mantenuto contatti con loro lo sapevano i sottosegretari agli esteri del governo Berlusconi e del governo Prodi oltre che i Presidenti della Camera dei Deputati, come Pierferdinando Casini ha recentemente e correttamente testimoniato.

Che noi consideriamo disumana la pratica dei sequestri e che la inquadriamo, però, in una guerra altrettanto disumana alla quale bisognerebbe mettere fine con una trattativa di pace invece che con un’acutizzazione del conflitto lo sanno anche i sassi.

Eppure basta un “dossier del governo colombiano” pubblicato su Repubblica in due puntate per scatenare la solita tempesta nel bicchier d’acqua: “scandalo! esponenti di rifondazione hanno mantenuto contatti con le FARC”. E via con richieste di interviste e dichiarazioni(tutte concesse tranne quella mai richiesta e che, secondo Omero Ciai, avrei rifiutato). E avanti con dichiarazioni di questo o quell’altro esponente della maggioranza di governo. E avanti con considerazioni pensose di commentatori politici televisivi o della carta stampata.

Ma di quale dossier stiamo parlando? E’ un dossier governativo? Governativo in che senso?

A leggere la stampa italiana sembra si tratti di una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU.

Io non so di cosa si tratta di preciso, visto che non l’ho letto, che non l’ho mai visto e che nessuno l’ha pubblicato.

Credo, però, di poter dire che si tratta banalmente di una velina dei servizi colombiani e degli organismi governativi che gestiscono i contenuti dei computer di Raul Reyes.

C’è un atto ufficiale del governo colombiano? Non so, non credo. Lo dico perchè all’inizio di agosto, alla prima puntata di questa ridicola vicenda, dopo aver “svelato” in una conferenza stampa che i due supporter italiani delle FARC che agivano con i fantasiosi nomi di battaglia di Ramon e Consolo eravamo io e Marco Consolo, fummo, Marco ed io, intervistati in diretta telefonica da una TV colombiana. E nel corso dell’intervista, a seguito della mia dichiarazione che in Colombia molti esponenti istituzionali e di governo, a cominciare dall’attuale ministro degli interni colombiano, sapevano dei nostri rapporti con le FARC, il conduttore chiamò in diretta Valencia Cossio (il ministro degli interni e di giustizia del governo Uribe) il quale mi salutò cordialmente, confermò tutti i nostri incontri all’epoca del processo di pace, quando lui era Presidente del Senato e membro della delegazione governativa al tavolo del negoziato con le FARC e all’epoca, successiva alla fine del processo di pace, quando lui era Ambasciatore colombiano in Italia. Il conduttore della trasmissione gli chiese allora come mai non avesse detto nulla a proposito del famoso dossier governativo e lui rispose che non aveva visto e non sapeva nulla di questo dossier.

Ma guarda! Il Ministro degli interni del governo Uribe non sa nulla del dossier e conferma di conoscerci benissimo, ma questa notizia in Italia non la pubblica nessuno.

Così ho pensato che tutto si era risolto in una bolla di sapone, nella solita bolla di sapone.

E invece no! Ecco che nel giorno dell’arrivo in Italia di Ingrid Betancourt escono, sempre a firma di Omero Ciai, anticipazioni dal famoso dossier.

Vista la brutta figura delle prime anticipazioni l’articolo di Ciai sembra una risposta alla nostra precisa e puntuale confutazione della prima puntata. In questo seconda puntata si dice che Marco e io a un certo punto, dopo l’immissione nella lista dei terroristi delle FARC, avremmo cominciato ad usare i nomi di “Max” e “il poeta”. Questa circostanza oltre ad essere totalmente falsa è anche chiaramente illogica visto che quel Ramon e quel Consolo erano usati da Raul Reyes molto tempo dopo la lista dei terroristi dell’Unione Europea.

Poi, visto che i nostri rapporti politici con le FARC si sono dimostrati pubblici e conosciuti dalle autorità italiane, ecco che saltano fuori “prove” di una collaborazione che andava ben al di là dei rapporti politici. Avremmo aiutato il “rappresentante delle FARC in Europa” e raccolto fondi per finanziare le FARC (1400 euro).

Chiunque abbia seguito la vicenda del conflitto colombiano sa benissimo che le FARC, che avevano rappresentanze all’estero fino alla fine del processo di pace, da quel momento richiamarono alla lotta armata tutti i loro rappresentanti e chiarirono che con le FARC si poteva parlare solo in Colombia e che non c’era più nessun loro rappresentante in altri paesi.

E’ vero che noi abbiamo aiutato, pagando le cure mediche per una grave malattia, un compagno da noi ben conosciuto come rifugiato politico colombiano. Vorrei far notare che nel mondo ci sono centinaia se non migliaia di rifugiati politici colombiani visto che nella “Colombia democratica” i sindacalisti e gli oppositori di sinistra (non gerriglieri), parlamentari compresi, sono stati decimati negli ultimi venti anni. Parliamo di più di diecimila morti ammazzati o fatti sparire nel nulla.

Inoltre avremmo finanziato con 1400 euro un’organizzazione che ha fra i 15000 e i 20000 combattenti bene armati e che, secondo gli USA e Uribe, con il narcotraffico e i sequestri estorsivi incamera ogni anno centinaia di milioni di dollari.

Posso dire con cognizione di causa che il PRC non ha mai raccolto fondi per le FARC e che i famosi 1400 euro non esistono.

Ma vorrei anche dire che se le FARC avessero indicato un interlocutore in un qualsiasi paese del mondo e avessero chiesto aiuti vari avremmo accolto queste richieste come parte indispensabile del mantenimento di un rapporto politico.

Tutte queste cose dovrebbero essere state trattate da giornalisti che capiscono qualcosa di Colombia o che abbiano la serietà professionale di documentarsi, di informarsi. Invece, tranne qualche lodevole eccezione come quella di Guido Piccoli sul Manifesto, giornali e telegiornali trattano una vicenda come questa affidandola, guarda caso, a giornalisti di politica interna che a stento sanno dove si trova la Colombia o che immaginano che la Colombia sia un paese normale, un paese democratico dove opera un gruppo di terroristi narcotrafficanti del tutto estraneo a quella realtà. Non sanno che il conflitto colombiano dura da più di 40 anni. Non sanno che ci sono stati diversi processi di pace che dopo la firma si sono risolti con l’uccisione sistematica di tutti quelli che avevano deposto le armi. Non sanno che gli oppositori politici e i sindacalisti sono stati sterminati e continuano ad essere sterminati. Non sanno che Uribe è stato il sindaco di Medellin al tempo del cartello di Escobar e che in seguito ha continuato la sua brillante carriera come responsabile dell’aviazione civile e che in tale veste ha autorizzato ufficialmente decine di piste di atterraggio in tutti i territori dove si produceva la foglia di coca. Non sanno che attualmente ci sono decine di parlamentari o arrestati o incriminati per le loro connessioni con il narcotraffico. Non sanno che Uribe ha solo qualche giorno fa inusitatamente dichiarato che sarà molto difficile che riescano a trascinarlo davanti al tribunale internazionale dell’Aja. Non sanno che il Presidente Pastrana aveva dichiarato ufficialmente le FARC formazione politico militare e le AUC (i paramilitari) narcotrafficanti e criminali. Che con le FARC aveva intavolato una trattativa di pace e che con le AUC si era rifiutato di farlo. Non sanno che Uribe ha fatto semplicemente l’esatto contrario. Sapranno tutto delle beghe interne di questo o quel partito italiano o delle ultimissime dichiarazioni di questo o quel politico italiano ma di cosa siano le FARC o la Colombia non sanno nulla di nulla. E ciò nonostante tentano, purtroppo riuscendoci quasi sempre, di far entrare la Colombia o altre vicende come questa nel frullatore della politichetta provinciale italiana facendola passare dall’imbuto della visione ristretta del mondo dei loro direttori.

Pazienza.

Noi continueremo, come sempre abbiamo fatto, ad essere attivi per i processi di pace e a non usare due pesi e due misure quando si tratta di diritti umani. E soprattutto cercheremo di continuare ad essere persone serie e a non diventare mai come loro.

ramon mantovani

Le parole di uno di parte...

Mi infastidiscono le parole di Veltroni dette nella giornata di ieri all'interno della festa democratica. Mi infastidiscono perchè, pur volendo apparire come il difensore della parte del bene, nasconde in maniera subdola la scelta di parte che ha fatto lui e il suo partito.
Le parole in questione riguardano i rapporti che Rifondazione Comunista ha intrattenuto con membri della Farc durante gli ultimi dieci anni..
La cosa fa arrabbiare per tutta una serie di ragioni che enucleerò in questa maniera:

1) Veltroni, D'Alema, Di Pietro e chicchessia nel centro sinistra sapevano da una vita le relazioni che Rifondazione Comunista intratteneva con questa formazione guerrigliera. Questo perchè bastava andare sul sito di Rifondazione Comunista di quegli anni, leggersi Liberazione, leggersi il Manifesto o leggersi semplicemente il blog di Ramòn Mantovani.

2) Rifondazione Comunista non ha mai finanziato con armi o finanziamenti le Farc ne ha mai costruito o fondato delle Brigate Internazionali che potessero inviare combattenti in Colombia.

3) Rifondazione Comunista ha sempre cercato il dialogo con queste formazioni compresa l'EZLN (non ci sono formazioni rivoluzionarie cattive ne buone) per cercare di favorire un dialogo di pace e di scambio.

4) Chi sono le FARC?
Le Farc, la Forza Armata Rivoluzionaria Colombiana, è una delle forze guerrigliere più longeve del sud - america. Negli ultimi 40 anni di vita non ha solo rapito Ingrid Betancurt ma ha anche combattuto, in maniera violenta, con un potere altrettanto violento espresso dalle multinazionali in quel paese.Questo potere veniva e viene ancora oggi espresso dalla connivenza tra il capitale straniero (nordamericano) e il latifondo locale. La monocultura, infatti, ha sempre rappresentato una modus di depredazione della ricchezza del suolo in tutta l'America Latina. La Colombia, come le repubbliche centroamericane, infatti possono considerarsi come economie d'enclave nei termini definiti dai teorici della dipendenza (Cardoso - Faletto). Questo modus di produzione ha sempre provveduto all'appropriazione da parte delle multinazionali dei suoli fertili per la produzione della cosiddetta economia del postre (banane, cacao, caffè ecc..).
Le Farc fin dalla loro fondazione crearono delle zone liberate per proteggersi da questo modus di appropriazione dei suoli.
Sebbene la sua storia negli ultimi anni sia famosa per i traffici di droga e la sua forza economica sia principalmente dovuta all'espansione delle coltivazioni, bisogna SEMPRE TENERE IN CONSIDERAZIONE L'AMBIENTE SOCIO-ECONOMICO DI RIFERIMENTO. La Colombia di oggi non è solo lo scontro tra Stato e Farc ma soprattutto la connivenza tra lo Stato e le forze economiche nella stessa Colombia comprese le stesse forze paramilitari che sono le vere proprietarie delle grandi coltivazioni di Coca in tutto il paese.

5) Veltroni, che accusa Rifondazione Comunista di legami con forze terroriste dovrebbe piuttosto chiarire la sua posizione: con chi stai Veltroni? Con Uribe? Alvaro Uribe è uno dei più grandi fascisti del sud america. Con la sua connivenza con le forze paramilitari colombiane si rivela come uno dei più grandi truffatori di questo nuovo secolo!! Uribe appoggia multinazionali come la Coca - Cola che uccide almeno dieci sindacalisti all'anno. La Colombia oltretutto è il primo paese al mondo dove vengono uccisi più sindacalisti.
Insomma Veltroni: tu da che parte stai? Stai forse con Uribe? Stai con i fascisti? O forse la storia e gli avvenimenti del mondo sarebbero da prendere meno con slogan e frasi fatte e più con un senso di analisi di sinistra (che tu vorresti rappresentare)?

venerdì, settembre 05, 2008

Repensando en la violencia: un razonamiento

Questo è l'articolo che ho scritto e che sarà pubblicato sul giornale locale "El Liberal" domenica prossima..

No sé si el ojo de un europeo es tan diferente al de un latinoamericano; las percepciones de las cosas, el vivir momentos o emociones diferentes… Cuando, situaciones hasta aquel momento teóricamente definidas como horribles se materializan así, de golpe, no se sabe bien las reacciones que uno pueda tener.

Una persona parte desde Italia pensando que algunos valores, los que siempre te enseñan desde cuando se nace, no se puedan poner en discusión. En mi caso uno de los valores que siempre me han enseñado ha sido el respeto a cualquier persona sea este hombre o mujer. Pienso, por el carácter que tengo y por la cultura que me han transmitido mis padres, que las personas tienen el derecho a no ser humilladas y a ser respetadas por cualquier elección que hagan en su vida. Creo, por fin, que cada uno tiene el derecho a desarrollarse espiritual y socialmente según sus propias convicciones, siempre que no afecten la vida de los otros.

Por la corta historia que tengo puedo decir que la diferencia que se puede notar entre la generación de mi madre y la de mi abuela es la manera de entender el trabajo como forma de ser y de auto-realización. Si mi abuela ha pasado siempre su vida al cuidado de los hijos y del hogar, mi madre, aunque nunca ha dejado de lado su familia, se ha dedicado siempre al trabajo como forma de sustentar, intelectual y económicamente, a sus hijos. Pero además, mi madre (y digo mi madre para decir su generación) siempre ha cuidado sus intereses personales. Recuerdo que cuando era niño me dejaba ver la televisión con los auriculares mientras ella tocaba el piano. O me dejaba con mi abuela cuando tenía sus clases de yoga, incluso los fines de semana cuando se iba a Roma por razones de estudio. Pero mi madre siempre ha estado presente en los momentos importantes de mi crecimiento: desde el primer día en esta tierra hasta el momento en que con un gran dolor me vio partir para Argentina.

Hablo de todo esto no para contar mi vida y ni siquiera para decir que quiero mucho a mi madre, (aunque esto es verdad!) Parto de esto para contarles un hecho que me pasó hace un mes aquí en Santiago o, mejor, en una ciudad aquí cerca. Este episodio habla de violencia psicológica ejercida contra una mujer. No importa dónde, cuándo y a quién le pasó porque lo más importante es el hecho violento que he presenciado.

Me fui a una exposición de productos artesanales y, por casualidad, asistí a una escena que nunca olvidaré en mi vida. Una artesana, recién llegada a esta feria para vender sus productos realizados con sus manos recibió el reclamo airado del marido que quería llevársela a casa. Este señor, me dijeron las otras artesanas, tampoco era el marido sino su compañero. Él ya tiene una familia y con esta artesana tiene dos hijos. Sin expresar juicio alguno sobre la presunta moralidad de este hombre, lo que más me asombró es que él viajó cuatro horas para ir y cuatro para volver porque no quería que su mujer se emancipara. Esto, desde mi punto de vista, habría significado perder el poder sobre ella. De todas maneras este señor esperó impasible que la telera quitara sus productos del mostrador. La cara de ella, llena de lágrimas por la oportunidad perdida, expresaba todo el sufrimiento por la humillación que estaba sufriendo.

Luego, apenada, dijo (y se dijo para auto convencerse) que tenía que volver a su pueblo para cuidar los niños que se habían quedado con la abuela. La he visto irse con un sentido de pesadumbre expresado en su mirada vacía.

Con este artículo no quiero absolutamente expresar juicios absolutos sobre un hecho o una sociedad. Quiero, sin embargo, hacerme y hacer unas preguntas a las cuales cada uno puede contestar como quiera.

¿Qué es la emancipación o la autodeterminación de la propia vida y el libre desarrollo de la propia inteligencia? ¿Qué es la civilización si no aquel largo proceso hacia la realización personal de cada uno? Y, sobretodo, sobre cuáles bases se funda el estado moderno si no sobre aquellos principios laicos de igual dignidad social, igualdad frente a las leyes sin distinción de sexo, lengua, religión, opinión política o condiciones personales y sociales?

Daniele Spinsanti Fundaciòn GUS de Argentina

martedì, settembre 02, 2008

quando si dice.. te piasse!!!

Non è che non abbia nulla da raccontare in tutto ciò..
.. anzi vi dirò che tra il lavoro che comunque rivela aspetti molto interessanti e la vita in generale di cose da raccontare ce ne sono molte..
.. Tuttavia..
.. è un periodo strano..
.. dove le cose che mi arrivano le accetto ma non riesco a rielaborarle..
.. preso un po' dal fare quotidiano..
Tra le altre cose..
.. sono due giorni che sono piegato in due da un virus intestinale..
.. niente di grave!! Ho solo passato la notte peggiore della mia vita..
.. anche perchè come diceva la pubblicità..
.. un virus intestinale è per sempre!! Un condono pure..
comunque..
spero che nel giro di qualche giorno mi riprendo..
.. perchè con tanto che sono dimagrito..
.. potrei tranquillamente concorrere a posto da modello nei prossimi prèt a porter di Parigi..
Ma io che faccio coooooooperazione de sta cosa nun ce voyo manco pensà..
quindi..
vado avanti a camomille..
.. vado avanti con le stronzate che si dicono dentro casa..
.. e me ne sbatto dei prèt a porter..
ciaoooooooooooooooooooooooooo
Spina