dopo il bel teatrino sulla decisione dell'Unione di convergere sul nome di Fausto Bertinotti per la presidenza della camera, dopo i franceschi tiratori del Senato (vedi MASTELLA e company) oggi assistiamo al terzo atto del teatrino di questa maggioranza risicata e del suo più grande problema: il democristianesimo!!
Oggi è Massimo D'Alema colpito da questo ulteriore patema...
Il Massimo vorrebbe infatti occupare il posto di Presidente della Repubblica. Quello che più colpisce di questa cosa è che a favore di D'Alema pesano i voti del partito di Fassino (il primo della coalizione). La quercia infatti vorrebbe un suo rappresentante nelle istituzioni.
Fin qui tutto chiaro!! Ci sono però un po' di considerazioni da fare sia nel merito che nel metodo.
Partiamo dal metodo: D'Alema è stato scelto dall'Unione perchè come dicevamo poc'anzi è rappresentante della Quercia che è il primo partito della coalizione di maggioranza.
C'è però da dire due altre cose: la prima è che i DS, la Margherita (di cui Francesco ops.. Franco Marini è il suo rappresentante nelle istituzioni con la presidenza del Senato) e i repubblicani Europei si fonderanno in un nuovo partito politico: il famigerato partito democratico!!
Quindi in tutti i casi, i DS si dovrebbero sentir rappresentati nelle istituzioni dallo stesso Marini in quanto facenti parti tra un po' dello stesso partito.
Altra considerazione da fare è il merito della persona di D'Alema e del suo altissimo senso istituzionale.
Il Massimo è infatti passato dal vantarsi del suo passato di Molotov-drawer, al bombardare la ex Jugoslavia con la compiacenza degli amici democristiani. Infatti c'era Massimo come Presidente del Consiglio quando dalla base italiana di Aviano partivano i caccia bombardieri italiani pronti a colpire Belgrado e dintorni (sui bombardamenti di Panchevo scriverò qualcosa in un futuribile articolo), alla faccia dell'art. 11 della costituzione.
Ma a Massimo della costituzione non gli importa proprio nulla!!! Vi ricorderete di lui per scenette pietose come: regaliamo i soldi pubblici alle scuole private (vari leggi sulla parità del signor ministro Berlinguer).
Massimo inoltre ha fallito con un'arguzia politica degna di mandrake l'accordo con Silvio sulla bicamerale!!
Vi ricorderete di Massimo anche per il film: "divento segretario anche se la base non mi vuole" dove nel 1994 a seguito delle dimissioni di Achille Ochetto a capo dell'allora PDS, si affrontarono Walter Veltroni e appunto il minimo-Massimo...
Allora la base dell'ex PC scelse Veltroni mentre la gerentocrazia Breznevian-D'Alemiana scelse appunto l'uomo dal baffo affascinante (comunque mai come quello della moretti)
Ora che dire di questo personaggio strettamente affascinato dal potere?? Personalmente non credo sia la persona adatta a governare una carica di così alta importanza quale la presidenza della repubblica, specie perchè non può essere garante di una costituzione usata come carta igienica dal medesimo...
Seconda considerazione: e se per caso tra sette anni ci ritrovassimo Silvio Berlusconi Presidente della Repubblica visto il precedente.. D'Alema non è la sintesi di maggioranza e opposizione ma della sola maggioranza. Creare precedenti in questo senso significa sfidare il futuro del nostro paese.
Un'altra considerazione viene da fare sul partito democratico: se tra di loro non si riconoscono sin da adesso come facenti parte del medesimo partito su che basi si poggia???
A mio avviso questo partito non è che la federazione dei due principali: Margherita e DS e non un nuovo soggetto...
Altra considerazione, questa volta sul presidente della repubblica: secondo me la persona più adatta deve essere ricercata tra la miriade di costituzionalisti presenti nel nostro paese tra cui anche qualche ex facente parte alla Corte Costituzionale.
La presidenza della Repubblica oggi come oggi non può essere data ad uno dei poteri della coalizione di maggioranza e proprio perchè siamo in " Democrazia" (più o meno) deve essere una persona al di sopra delle parti.
Potere alla conoscenza!!!
spina
2 commenti:
Il giornalista de L'espresso Giampaolo Pansa riportò questa frase pronunciata nell'ottobre 1998 da Massimo D'Alema riguardo a Romano Prodi e Walter Veltroni, all'epoca dei governi dell'Ulivo:
"Quei due? sono due flaccidi imbroglioni"
D'Alema inviò una smentita, il giornalista Claudio Rinaldi, presente anch'egli all'esternazione, confermò e D'Alema non smentì tale conferma.
Il giornalista Luca Telese riporta poi un'altra frase poco nota di Massimo D'Alema, questa volta contro Giampaolo Pansa e Romano Prodi, testimone ancora una volta Claudio Rinaldi dell'Espresso:
"Pansa è un ottimo giornalista, ma ha un solo difetto. Non capisce un cazzo di politica; ce ne è uno solo che ne capisce meno di lui: Romano Prodi"
Nei primi mesi del 1993, quando l'inchiesta di Mani Pulite iniziava ad occuparsi delle tangenti rosse al PCI-PDS, D'Alema definiva spregiativamente il pool «il soviet di Milano».
Il 5 Marzo 1993, il governo di Giuliano Amato approvò il «decreto Conso», con cui la classe politica, colpita dall'inchiesta Mani Pulite, poneva un ostacolo in grado di paralizzare le indagini su Tangentopoli. Il decreto depenalizzava il reato di finanziamento illecito ai partiti, disincentivava i colpevoli a collaborare con la giustizia, e permetteva ad imprenditori e politici di evitare il carcere. Il 10 Marzo Giuliano Amato svelò in Parlamento la presunta ambigua condotta del Partito Democratico della Sinistra, che in pubblico criticava il decreto Conso (l'opinione pubblica allora era fortemente dalla parte dei magistrati), mentre in privato - a suo dire - lo sosteneva.
Massimo D'Alema, all'epoca dei fatti coordinatore politico del PDS, di fronte a tale dichiarazione inveì contro Amato:
"Amato è un bugiardo e un poveraccio. È uno che deve fare di tutto per restare lí dov'è, sulla poltrona".
Massimo D'alema rimase coinvolto in Affittopoli: dopo una pesante campagna mediatica dovette traslocare e lasciare il suo appartamento, in una zona centrale di Roma, che un ente pubblico gli affittava ad un canone irrisorio e fuori mercato.
Nel 1985 Massimo D'Alema ricevette 20 milioni di lire da parte del miliardario barese Francesco Cavallari, che fu in seguito condannato per concorso esterno in associazione mafiosa. I soldi erano destinati al Partito Comunista Italiano, di cui D'Alema era all’epoca segretario regionale pugliese. Per questo finanziamento illecito D'Alema è stato inquisito ma, a causa dello scadere dei termini di prescrizione nel 1995, il procedimento è stato archiviato dal gip Concetta Russi. L'episodio è stato ammesso dallo stesso D'Alema quando il reato era destinato a cadere in prescrizione.
NON LO VOGLIO COME PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA!!!!!!!!!!!!
Domani mattina(Lunedì 8 maggio 2006 ndr) prendo per Bologna e rimango fino a mercoledì!!!a Bologna scendo però...dillo a tutti mi raccomando!!!
Toschitalia
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