Il giorno succesivo, sveglia ore 6.00 con meta Volcán Cotopaxi. I compagni di viaggio in questo caso sono Mary, l'ammerigana, Loren, la canadese e, por supuesto Jordi, el catalán. Mary, con cui ero andato alla Mitad del Mundo, la classica mentalitá americana. Molto consumista e molto patriottica anche se di mentalitá abbastanza progressista. Puurtroppo ha la sfiga di essere cattolica, cosa che le fa avere con gli uomini abbastanza negativo, nel senso che é molto puritana.
Tutto sommato é una ragazza sensibile ai problemi anche se trova varie difficoltá col comprendere la differenza e, questo la pporta a fare varie comparazioni tra l'Ecuador e gli USA. Loren é un genio. Un sabato sera, totalmente ubriaca mi scippó la chica con cui stavo ballando e si mise a sgarbonarci. Purtroppo non parla molto bene lo spagnolo e quindi abbiamo avuto qualche problema di comunicazione.
Dicevo partiamo alle 6.00 e alle 7.00 siamo al Mariscal il quartiere piú Gringo di Quito dove c'é un pulmino che ci attende e che ci porta all'Osteria Papa Gayo. Nel tragitto vediamo ergersi maestoso il Coraazón, un vecchio vulcano ormai inattivo a sud di Quito che scompare e riappare dietro nuvole spinte da un forte vento. All'osteria Papa Gayo incontriamo Marco che sará la nostra guida per il giorno. Marco assomiglia un po a Mauro Erman Camoranesi. Durante il tragitto che si snoda nella Panamericana vediamo ancora snodarsi il paesaggio Andino con le sue montagne. 3 di queste si chiamano le 3 Marie. "Adesso sono 4!!" Dice Jordi riferendosi a Mary!!
Ad un punto della Panamericana si svolta a sinistra per entrare all'interno del Parco Nacional del Cotopaxi. Nella prima parte del parco si snodano vari Canion di terra vulcanica, rossiccia mista al nero. Proseguendo verso l'alta quota l'umiditá con il sole forma vari strati di nebbia e piccole nuvole basse di qualche metro di larghezza. Sembra di stare in uno di quei paesaggi fantastici e misteriosi descritti da Tolkien. Ai due lati della strada si ergono i 2 vulcani ma le nubi sono talmente tanto basse che é impossibile scorgerli. Saliamo di quota verso il Cotopaxi, alto 5.800 m, il vulcano attivo piú grande del mondo. Quando la Jeep si ferma siamo giá a 4500m ee la stanchezza dovuta all'aria rarefatta si incomincia a sentire. La meta é un rifugio a 4.800m e poi il ghiacciaio a 5.000.
Non riusciamo ad arrivare fino al ghiacciaio perché la nostra attrezzatura (scarpe da tennis) é troppo blanda per poter proseguire sulla neve.
Intanto nevica ma alle volte si scorgono paeaggi fantastici all'orizzonte. Tornando in basso verso la jeep, Jordi comincia a correre e cos'i facciamo tutti con un grande senso di libertá.
Arrivati alla Jeep scarichiamo le biciclette giu a 40/50 km /h discendendo il volcán.
Nella discesa con freni poco funzionanti il panorma comincia a scoprirsi e si vede quest'enorme valle che separa i 2 vulcani nonché la nostra meta, una piccola laguna posta in mezzo alla valle. Mentre sfrecciamo verso il basso e l'adrenalina e l'emozione sono grandissime scorgiamo 2 lma che a sfregio ci si mettono a pisciare davanti alla faccia mentre 8 piccoli cavalli selvaggi sfrecciano davanti a noi.
Siamo noi, la natura e questo basta a pensare di piantare una tenda e svegliarsi di prima mattina con la compagnia dell'immensitá del Cotopaxi che ci stava salutando facendo capolino tra le nuvole..
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