mercoledì, marzo 12, 2008

Le elezioni spagnole...

Pubblico qui di seguito alcune riflessioni...

Le elezioni spagnole: una lezione per la sinistra?
Le elezioni spagnole del 9 marzo pongono indirettamente alcune questioni sul dibattito delle forze di Sinistra in Europa. In Spagna, la sinistra si presenta alle elezioni con una confederazione denominata Izquierda Unida (Sinistra Unita) e che riunisce principalmente due partiti: lo storico Partido Comunista de Espana e i Verdi.
Le elezioni, come si è potuto osservare, portano IU ad una retrocessione sia nella percentuale di voti ottenuti che nel numero complessivo di deputati (escanos). Il giorno dtesso delle elezioni, Gaspar Llamazares, coordinatore di IUda le sue dimissionni prendendo atto della sconfitta. Ma come dobbiamo leggere il risultato spagnolo?
Per fare questo bisogna considerare IU nel suo rapporto interno ed esterno tenendo in considerazione il sistema elettorale che, sebbene sia proporzionale, di fattto fa emergere due soli partiti: PSOE e PP.
Nel contesto eseterno bisogna considerare come il PSOE sia ben differente dal nostro PD: lo dimostra l'avanzamento del paese vorso sistemi giuridico-legislativi tesi ad ampliare i diritti civili delle persone. Inoltre il PSOE, seppur velatamente esprime un marcato antifascismo approvando la cosiddetta Ley de Memoria Historica, cosa che evidentemente è lontana dal PD che non riconosce il valore della resistenza all'interno della sua Magna Charta.
Tornando però ad Izquierda Unida emergono, come dicevamo poc'anzi dei problemi di ordine interno ed esterno.
All'interno IU si mostra come soggetto estremamente conflittivo con diverse divsioni: ne consegue una mancanza d'identità ben visibile e marcata.
Ma è il livello esterno quello che maggiormente preoccupa di questa formazione politica. Sul suo rapporto con la società civile IU si presenta come un soggetto presente nei territori in molte amministrazioni comunali (alcaldias). Tuttavia, manca di un rapporto con le persone nel senso dei movimenti sociali e in particolare quelli che si dedicano principalmente alla precarietà e alla lotta per la Vivienda Digna (la casa).
Nè consegue che IU è un partito la cui base talvolta sempre più sfiduciata straccia la tessera (per chi è iscritto) dei partiti principali.
Non si può, in ogni caso, analizzare dove vadano i voti persi: se infatti, da un lato, la politica vincente di Zapatero, possono confluire verso il PSOE, dall'altro non si può dimenticare la tradizione anarchica spagnola (e quindi il non voto). Alle elezioni, infatti, non ha partecipato il 25% degli aventi diritto.
Un altro fatto importante del tipo di politica parlamentare di IU è caratterizzato dall'appoggio esterno al PSOE.
Un esempio importante, da questo punto di vista, è dato dall'approvazione del gruppo parlamentare di IU della LOA, la legge di stampo neoliberale che regola l'università e contro la quale i movimenti universitari hanno duramente lottato negli ultimi anni "collezionando" processi e arresti sommari.
La politica suicida di IU, in questo caso, mirava alla rincorsa del PSOE per attrarne legittimità e, in definitiva, per entrare nell'esecutivo come partner. Era della settimana scorsa la notizia di un possibile ministero dato alla sindaca di Cordoba di Izquierda Unida.
In definitiva IU si presenta, dunque, come un partito classico della vecchia sinistra fatto di molto ceto politico legato a poltrone nelle amministrazioni comunali, poca base e caratterizzato nella sua strategia ad una rincorsa al modello determinato dal PSOE (che tuttavia non è paragonabile al nostro PD).

Il resto d'Europa: Francia e Germania
Sebbene il MAI comunista Veltroni dichiari e spinga per una violenta morte della Sinistra il suo ragionamento risulta perlomeno errato: la sinistra è viva e vegeta e questo anche in paesi dove il sistema elettorale nè pregiudichi una rappresentatività.
Cominciamo dalla Francia: le ultime elezioni cantonali e comunali fanno emergere da un lato, la rimonta del PCF e dall'altro l'enorme incremento di voti della LCR di ispirazione Trotzista.
Sebbene il sistema elettorale francese premi fondamentalmente due partiti, quello di ispirazione gaullista e il partito socialista, LCR riesce ad essere l'unico soggetto capace di mantenere stabilmente i suoi voti fino a raggiungere risultati inaspettati nelle elezioni poc'anzi menzionate.
In questo caso siamo presenti ad un soggetto estremamente radicale e radicato. L'unico momento di sussulto elettorale e di perdita di militanza avviene nel momento in cui si allea con Loute Ouvriere, altra formazione trotkista guidata da Arette Laguiller, che potrebbe essere paragonata al Partito Comunista dei Lavoratori guidato da Marco Ferrando.
In questo caso le elezioni non produssero un buon risultato per LCR perchè alleato con un partito di stile classico, con una sua gerarchia interna ben marcata, con un ceto politico forte e con un linguaggio che potrebbe essere eufemisticamente definibile come "antiquato".
LCR vince nel momento in cui va solo, ma non è questa l'unica chiave di lettura. La costruzione di movimenti forti (ad esempio le rivolte universitarie di due anni fa), la costruzione di nuoe forme partecipate dal basso, la presenza di un leader come Olivier Besanchenot capace di parlare alla gente (durante la campagna elettorale continuava il suo lavoro di postino) e dia dare l'esempio del politico che non fa parte di una casta, la proposta di idee radicali di cambiamento della società e quindi di una forte identità fa emergere questo soggetto politico come uno degli esperimenti politici più interessanti del panorama europeo.
La Germania dal canto suo è un altro laboratorio politico di estremo interesse. Per parlare di Germania non bisogna solo pensare ad un modello elettorale con in famoso sbarramento al 5% ma anche ad una forma costituzionale che esclude i partiti estremi: quelli cioè che si autodefiniscono fascista e comunista.
Il paritoto comunista, uscito dal post muro di Berlino diventa, dunque, negli anni '90 la PDS (partito socialista). I suoi risultati sono alterni e la sua tenuta, nei primi 10 anni di vita è dovuta principalmente alla fornteì cocentrazione di voti nei lander orientali (quelli della ex Germania Est)capace cioè di "pescare" in un elettorato anziano e tradizionalista.
Da circa quatro anni la PDS si fonde in un nuovo soggetto politico con i fuoriusciti a sinistra della SPD (partito socialdemocratico). Il leader dei fuoriusciti che diventerà presto anche leader di Die Linke (La sinistra - il nuovo soggetto) è Oskar Lafontaine.
Pur ammettendo la mia più totale ignoranza sul funzionamento interno di Die Linke (putroppo il tedesco non lo so) si può osservare come da un lato cresca tra i giovani e dall'altro cresca in generale nella società. Le chiavi di lettura che vengono date a questa spinta propulsiva sono, secondo diverse chiavi di lettura, il carattere partecipativo alle decisioni interne e la radicalità delle sue posizioni (identità).
Due anni fa la Die Linke non solo sbarcò nel Bundestag con il suo 8% (la PDS nelle precedenti elezioni non raggiungeva che il 4-5%) ma si pose agli occhi della SPD come "avversario politico".
I socialdemocratici, infatti, piuttosto che effettuare un alleanza con Verdi e Die Linke preferisce la Gross Coalition con gli storici rivali della CDU (popolari) guidati da Angela Merkel.
Sotto questo aspetto si possono identificare due "mosse" politiche effettuate da Die Linke in generale e da Lafontaine in particolare.
Da un lato questo soggetto propone radicalmente un cambiamento della società criticando fortemente il sistema neoliberale. Non si tratta, dunque, di una critica fatta esclusivamente all'impostazione dominante del mondo del lavoro ma a proposte radicali concrete di cambiamento di tutta la società che può essere considerata appetibile alle nuove generazioni. In questo caso il carattere socialista di Lafontaine si pone alla ricerca di un carattere forte e che si richiama ad origini marxiste e, conseguentemente, alla dialettica tra capitale e lavoro.
Dall'altro riesce a produrre uno spostamento al centro di tutta la SPD che, alleandosi con la CDU si pone in una posizione "ben marcata" al centro degli schieramenti. Lafontaine non solo in questo caso si pone in una posizione di forza ma riesce per la prima volta nella storia della Germania post - unitaria a far eleggere dei propri rappresentant nei lander occidentali (ultime elezioni) storicamente anticomunisti.
Il risultato, in questo caso, non produce soltanto una netta affermazione ma anche un nuovo spostamento a sinistra della SPD che adesso, per bocca del suo segretario Kurt Beck, è disposto a produrre alleanze con la Linke in alcuni lander conscio di una contrapposizione interna al suo partito da parte delle frange neoliberali.

E in Italia?? Apriamo una discussione??

Daniele Spinsanti (GC Ancona)

2 commenti:

Isabel Green ha detto...

avrei una proposta da fare. sicuramente hai sentito in questio giorni del tibet. ti propongo di scrivere un post a riguardo per dare la visibilità che merita all'argomento.ovviamente nessuno obbligo è solo una proposta ;)

spina ha detto...

ciao isabel green,
premesso che di tibet non ne so nulla non mi avventuro neanche a scriverne nulla..
Non per questo la situazione merita comunque una riflessione e una denuncia a livello internazionale.